* Questo articolo è stato scritto in collaborazione con Nike.
Con l’arrivo della nuova Nike Vaporfly 4, l’azienda americana promette un nuovo livello di performance: più leggerezza, maggiore efficienza nella corsa, miglior calzata e una reattività pensata per abbattere i personal best dal 5K alla maratona.
In questa guida completa analizziamo ogni dettaglio della Vaporfly 4: materiali, tecnologie, vestibilità, prestazioni su strada, pro e contro, confronto con modelli precedenti e le reali sensazioni di corsa.
Il DNA Vaporfly: una storia di rivoluzione
Le Vaporfly nascono nel 2017 come parte del progetto Breaking2, pensato per far correre una maratona sotto le 2 ore. Il prototipo indossato da Eliud Kipchoge fu solo l’inizio: grazie alla combinazione di schiuma ZoomX e piastra in carbonio, la Vaporfly ha portato a un miglioramento medio del 4% dell’economia di corsa, secondo vari studi indipendenti.
Il concetto era semplice: ridurre il consumo energetico a parità di velocità. Il risultato? Migliaia di record personali battuti e un dominio quasi assoluto nelle gare su strada da parte degli atleti sponsorizzati Nike.
Cosa c’è di nuovo nella Vaporfly 4

La Nike Vaporfly 4 non è una rivoluzione rispetto alla Vaporfly 3, ma una raffinata evoluzione.
Ecco le principali novità:
- Peso ancora più contenuto: circa 169 g per una taglia 42 EU, rendendola una delle scarpe da gara più leggere in commercio.
- Stack height modificato: 39 mm sul tallone e 35 mm sull’avampiede, per un drop di 4 mm (contro i 8 mm della v3). Questo riduce l’instabilità e migliora il contatto con il suolo.
- Piastra in fibra di carbonio ridisegnata: ora più angolata sull’avampiede per spingere con maggiore propulsione.
- Tomaia aggiornata: in Flyknit Engineered Mesh, più leggera e traspirante ma con maggiore struttura sui lati.
- Suola rinforzata sull’avampiede: con una mescola più resistente all’usura e migliore grip su superfici umide.
Tecnologie chiave: cuore e anima della Vaporfly 4
ZoomX: leggerezza e ritorno energetico
La schiuma ZoomX è ancora il vero protagonista. È una schiuma Pebax che offre uno dei più alti ritorni di energia sul mercato (oltre il 90% secondo test interni Nike), ma è anche notoriamente delicata. La buona notizia? La Vaporfly 4 ha migliorato il design dell’intersuola per proteggerla maggiormente dall’usura.
Piastra Flyplate: rigida dove serve
La piastra in fibra di carbonio full-length è più curvata sull’avampiede rispetto alla v3. Questo favorisce una transizione più rapida del piede e rende la fase di spinta molto più aggressiva — una sensazione quasi di “catapulta”.
Geometria rocker: la corsa è una spinta continua
Il profilo “rocker” più accentuato favorisce una rullata naturale e veloce. In combinazione con l’elasticità dello ZoomX, la scarpa accompagna il passo senza spezzare la falcata. È una sensazione fluida, quasi “assistita”.
Fit e tomaia: calzata migliorata, ma occhio al tallone

Uno dei principali limiti della Vaporfly 3 era la calzata. Alcuni runner lamentavano slittamento del tallone o una tomaia troppo morbida. La Vaporfly 4 ha lavorato bene su questi aspetti:
- Il nuovo engineered mesh è più strutturato sui lati, il che migliora il contenimento del piede senza sacrificare traspirabilità.
- La linguetta è sottile, semi-galleggiante e cucita solo in parte per non creare punti di pressione.
- Il tallone ha un leggero collarino imbottito, ma alcuni utenti con piede stretto potrebbero aver bisogno di un’allacciatura a “heel lock” per evitare movimenti indesiderati.
Test su strada: sensazioni reali di corsa
L’abbiamo provata su diverse distanze: 5 km, 10 km, mezza maratona e allenamenti veloci. Ecco cosa emerge:
Su distanze brevi (5–10K)
La Vaporfly 4 si dimostra reattiva, esplosiva e stabile. Il ritorno elastico si percepisce chiaramente, ma senza l’effetto “trampolino” esagerato. Perfetta per chi corre su tempi sotto i 4:00 min/km.
Mezza maratona
Qui dà il meglio: il mix di leggerezza, comfort e propulsione è perfetto. Anche dopo 15–18 km si ha ancora una sensazione di controllo, grazie al drop contenuto e alla geometria rocker che riduce l’affaticamento.
Maratona
Sebbene sia una scarpa da maratona, per distanze sopra i 30 km alcuni runner potrebbero preferire l’Alphafly 3, leggermente più protettiva e con maggiore stabilità nella parte centrale.
Durata e trazione
Uno dei difetti classici delle Vaporfly era la bassa durabilità, soprattutto nella zona dell’avampiede. Nike ha finalmente risposto alle critiche:
- La suola ha più gomma in zona metatarsale, con un pattern più aggressivo che migliora anche il grip sul bagnato.
- Dopo circa 100 km di test, la scarpa mostra usura minima, anche in tratti di asfalto abrasivo.
Non è comunque una scarpa da allenamento: la consigliamo per gare e test chiave. In media, dura tra i 300 e 500 km a seconda dello stile di corsa e peso dell’atleta.
Pro e contro della Nike Vaporfly 4
✅ Pro
- Leggerezza senza compromessi
- Tomaia migliorata e traspirante
- Geometria rocker fluida
- Ottimo ritorno energetico
- Ideale per 5K – mezza maratona
- Grip migliorato sul bagnato
❌ Contro
- Non è ideale per runner pronatori o lenti
- Sensibile al vento laterale (profilo alto e leggero)
A chi è consigliata
Questa scarpa è pensata per:
- Runner competitivi che cercano un vantaggio tecnico reale;
- Atleti con passo rapido (da 3:00 a 4:30 min/km);
- Chi gareggia regolarmente su 5K, 10K o mezza maratona;
- Maratoneti leggeri e ben allenati.
Non è consigliata a:
- Neofiti o chi ha bisogno di supporto strutturale;
- Allenamenti lenti o lunghi;
- Persone con instabilità articolare.
Conclusioni: la Vaporfly più raffinata di sempre
La Nike Vaporfly 4 non cerca di riscrivere le regole, ma di raffinarle. È la scarpa da gara più leggera, fluida e precisa mai realizzata da Nike. Più stabile della v3, più reattiva su distanze brevi, e più “intelligente” nella distribuzione del carico e della spinta.
Se cerchi una scarpa da gara per fare il tuo PB, e corri sotto i 5:00 al km, è un acquisto che vale ogni euro.
Consiglio da runner esperto: usala solo per gare e lavori chiave. Abbinala a un modello di allenamento (come Pegasus o Tempo Next%) per preservarla. E ricordati: la scarpa aiuta, ma sei tu che corri.