Scelta delle scarpe da running: consigli, tipo e suggerimento per trovare il modello perfetto

Come si scelgono le scarpe da running? Ecco una linea guida che tornerà sicuramente utile!
Primo piano di due persone che camminano su un sentiero sterrato e roccioso con scarpe da ginnastica, evidenziando la loro scelta tra le categorie di scarpe da running. Sono visibili solo le gambe e le calzature.
Indice

Scegliere un modello di scarpe da corsa appropriato è una delle decisioni più importanti per qualsiasi corridore, dal principiante che muove i primi passi al maratoneta esperto che cerca margini di miglioramento nelle proprie prestazioni.

Le scarpe sbagliate, infatti, causano infortuni, disagio e frustrazione che possono interrompere completamente la progressione atletica o addirittura spegnere la passione per la corsa. Al contrario, le scarpe più appropriate trasformano l’esperienza rendendola piacevole, efficiente e sicura.

Con centinaia di modelli disponibili, ciascuno con caratteristiche tecniche specifiche e target d’uso diversi, orientarsi tra le diverse offerte può sembrare difficile.

Ecco perché in questa abbiamo voluto condividere alcuni spunti utili per identificare le scarpe perfette per le vostre esigenze specifiche, considerando fattori biomeccanici, morfologici, di utilizzo e prestazionali che determinano la perfetta compatibilità tra corridore e calzatura.

Analisi del tipo di appoggio del piede

Il primo passo fondamentale nella scelta delle scarpe è comprendere il proprio tipo di appoggio del piede durante la corsa, fattore che determina quale categoria di scarpe è biomeccanicamente più appropriata.

Come abbiamo visto in un altro nostro approfondimento, esistono tre tipologie principali: neutro, pronatore e supinatore.

L’appoggio neutro descrive i runner il cui piede ruota moderatamente verso l’interno durante la fase di atterraggio, con un movimento naturale che aiuta ad assorbire gli impatti distribuendo le forze uniformemente. Si tratta di runner che beneficiano di scarpe neutre senza un supporto mediale aggiuntivo che interferirebbe con una meccanica naturale efficiente.

La pronazione eccessiva, o iperpronazione, caratterizza invece i runner il cui piede ruota eccessivamente verso l’interno durante l’appoggio, causando un collasso dell’arco plantare che può stressare caviglie, ginocchia. Si tratta di corridori che necessitano di scarpe stability o motion control, con supporto mediale integrato: materiali più densi o strutture rigide sul lato interno dell’intersuola che limitano rotazione eccessiva guidando il piede attraverso un ciclo più efficiente. L’intensità del supporto varia: la stability offre controllo moderato appropriato per la maggioranza dei pronatori, mentre il motion control fornisce struttura massima per iperpronazione severa o runner molto pesanti.

La supinazione, o sottopronazione, descrive invece runner il cui piede non ruota sufficientemente verso l’interno, concentrando lo stress sul lato esterno. Questi runner, relativamente rari (circa 10-15% della popolazione running), necessitano di scarpe neutre con ammortizzazione abbondante uniformemente distribuita che compensa la ridotta capacità naturale di assorbimento degli impatti. Qualsiasi supporto mediale peggiorerebbe la situazione limitando ulteriormente già insufficiente pronazione.

Per determinare il vostro tipo di appoggio, esaminate alcune scarpe vecchie: un’usura concentrata sul lato interno del tallone suggerisce la pronazione, un’usura esterna indica supinazione, un’usura centrale uniforme suggerisce un appoggio neutro.

Metodi più accurati includono l’analisi video della corsa da parte di uno specialista di running o una valutazione podiatrica professionale. Molti negozi specializzati offrono un’analisi dell’andatura gratuita, attraverso treadmill, e la registrazione video rallentata che identifica gli schemi di movimento.

Investire tempo in questa analisi iniziale può prevenire acquisti incompatibili che causerebbero nuovi problemi piuttosto che risolvere quelli precedenti.

Considerazione del peso corporeo e morfologia

Anche il peso corporeo influenza quale tipo di scarpe è maggiormente appropriato, considerato che determina le forze d’impatto che l’ammortizzazione deve gestire.

Runner leggeri (uomini sotto 65 kg, donne sotto 55 kg) possono utilizzare scarpe con ammortizzazione moderata o minima senza sovraccarico articolare eccessivo, beneficiando di leggerezza e reattività che modelli più protettivi sacrificherebbero. Questi runner hanno infatti maggiore flessibilità nella scelta, potendo considerare anche scarpe racing o minimaliste per allenamenti quotidiani, se la tecnica e la forza muscolare sono adeguate.

Runner di peso medio (uomini 65-80 kg, donne 55-70 kg) sono invece un target demografico primario per la maggioranza delle scarpe, beneficiando di ammortizzazione moderata-generosa che bilancia protezione con peso gestibile. Sono runner che trovano confortevoli i modelli daily trainer standard che offrono stack 30-38mm con schiume bilanciate tra morbidezza e supporto.

Runner pesanti (uomini oltre 80 kg, donne oltre 70 kg), infine, richiedono un’ammortizzazione maggiore e costruzioni robuste che gestiscono forze d’impatto aumentate senza alcun rischio di collasso strutturale prematuro. Sono runner che dovrebbero privilegiare scarpe con intersuole generose (35-45mm stack), schiume ad alta densità che resistono alla compressione, e costruzioni rinforzate che mantengono integrità attraverso stress maggiorato.

Naturalmente, runner molto pesanti (oltre 95-100 kg) potrebbero necessitare di una valutazione specialistica per identificare se plantari custom o scarpe motion control estreme sono necessari per prevenire un sovraccarico articolare che il peso elevato amplifica esponenzialmente.

Oltre al peso, considerate anche la morfologia specifica del piede. Piedi larghi richiedono modelli disponibili in versioni wide che offrono spazio adeguato evitando una compressione laterale dolorosa e problematica. Brand come New Balance, Altra, Brooks e Hoka tendono verso calzate più generose, mentre Nike, Adidas e Saucony tradizionalmente offrono fit più stretto (sebbene molti modelli ora includano opzioni wide).

I piedi con archi plantari elevati beneficiano dunque di un’ammortizzazione generosa distribuita uniformemente, mentre i piedi piatti necessitano di un maggiore supporto all’arco plantare e stabilità mediale.

Il volume complessivo del piede determina infine se necessitate costruzioni standard o modelli con tomaie più accomodanti che evitano punti di pressione su colli del piede prominenti.

Valutazione della superficie e terreno di corsa

In questa analisi, condividiamo anche come la superficie su cui correrete determina significativamente quale categoria di scarpe è appropriata. Le scarpe per asfalto e superfici urbane privilegiano un’ammortizzazione più generosa che protegge da superfici dure, durabilità maggiore che resiste ad abrasione da cemento, e suole ottimizzate per grip su superfici lisce potenzialmente bagnate.

Gli schemi della suola sono bassi o assenti, privilegiando una superficie continua che massimizza il contatto sull’asfalto piatto. L’ammortizzazione è prioritaria poiché superfici dure non assorbono nulla, trasmettendo forze integralmente attraverso il corpo. Modelli come Brooks Ghost, Mizuno Wave Rider, ASICS Gel-Nimbus sono esempi di questa categoria.

Per trail e superfici naturali, le priorità cambiano verso una trazione più aggressiva su terreni variabili (fango, roccia, radici), protezione dalle asperità del terreno attraverso rock plates e tomaie rinforzate, e stabilità su superfici irregolari. Le suole utilizzano tasselli prominenti (4-6 mm) con mescole specializzate che mantengono grip su roccia bagnata. La costruzione tende verso robustezza che sopravvive a condizioni abrasive. Modelli come Salomon Speedcross, Hoka Speedgoat, La Sportiva Bushido rappresentano questa categoria.

Si tenga anche conto che molti runner affrontano superfici miste quotidianamente: asfalto urbano, sentieri parchi, sterrati occasionali. Per questi, scarpe versatili trail-strada come Saucony Peregrine o Nike Pegasus Trail offrono un compromesso intelligente: trazione sufficiente per sterrati moderati mantenendo praticità asfalto quotidiano.

Considerate anche la stagionalità: inverni nevosi potrebbero richiedere scarpe specifiche con grip neve e protezione impermeabile, mentre estati su asfalto torrido beneficiano di una ventilazione massima. Alcuni runner mantengono rotazioni con scarpe dedicate per ciascuna superficie primaria, un’ottimizzazione che massimizza prestazioni e durabilità evitando l’usura accelerata usando scarpe trail su asfalto o viceversa.

Determinazione della distanza e intensità d’uso

La distanza e l’intensità tipiche dei vostri allenamenti influenzano significativamente quale tipo di scarpe è appropriato. Per allenamenti quotidiani a ritmi moderati su distanze medie (5-15 km), le daily trainer versatili con ammortizzazione bilanciata e comfort prolungato sono probabilmente ideali.

Questi modelli privilegiano durabilità (600-800 km vita utile) e versatilità rispetto alla specializzazione estrema, funzionando piuttosto bene su range ampio di ritmi e distanze. La maggioranza dei runner beneficia di un investimento in daily trainer di qualità che diventano cavalli di battaglia affidabili per volume accumulato.

Per lunghe distanze regolari (oltre 15-20 km) o preparazione maratona/ultra, privilegiate l’ammortizzazione generosa e il maggiore comfort che prevengono l’affaticamento nel tempo. Modelli come Mizuno Wave Sky, Nike Vomero o Hoka Bondi offrono un’ampia protezione che mantiene gambe fresche anche su lunghi chilometraggi, in cui l’ammortizzazione inadeguata causerebbe un affaticamento progressivo compromettente. Il peso leggermente superiore è un compromesso accettabile per la protezione ottenibile.

Per allenamenti di qualità, ripetute e lavori veloci, considerate scarpe più leggere e reattive che facilitano un turnover rapido e una migliore velocità. Modelli come Brooks Hyperion Tempo, Saucony Kinvara, o Hoka Mach bilanciano la leggerezza con una protezione sufficiente per sessioni intense senza la specializzazione estrema che limiterebbe l’utilizzo.

Per competizioni su strada, le racing shoes leggere (180-230g) con tecnologie avanzate come per i modelli con piastre di carbonio offrono vantaggi prestazionali misurabili. Modelli come Nike Vaporfly, ASICS Metaspeed, o Saucony Endorphin Pro migliorano economia di corsa del 3-4% attraverso un ritorno energetico superiore. Tuttavia, queste scarpe specializzate richiedono una tecnica consolidata e sono appropriate solo per gare o allenamenti chiave specifici, non certo per un utilizzo quotidiano dove la durabilità limitata (300-500 km) e l’ammortizzazione minima causerebbero problematiche.

Budget e rapporto qualità-prezzo

Il budget disponibile influenza ovviamente la scelta, ma comprendere il rapporto qualità-prezzo aiuta a ottimizzare l’investimento. Le scarpe da running di qualità variano tipicamente da 100€ (modelli entry-level o versioni precedenti scontate) fino a 280€+ (super shoes carbon top gamma). Investire appropriatamente previenela falsa economia di scarpe economiche inadeguate che causano infortuni costosi o durano così poco che il costo per chilometro è superiore a modelli inizialmente più cari.

Per runner principianti con budget limitato, modelli entry-level da brand affidabili (ASICS Gel-Contend, Mizuno Wave Inspire, Brooks Ghost versioni precedenti) offrono qualità sufficiente per iniziare in un range di prezzo tra 100 e 130€. Sono modelli che utilizzano tecnologie testate rinunciando solo alle innovazioni più recenti, che offrono benefici marginali apprezzabili primariamente da runner esperti.

I runner intermedi che accumulano chilometraggi significativi dovrebbero invece investire tra 140 e 180€ in daily trainer di qualità che offrono durabilità e prestazioni che giustificano un prezzo maggiore in cambio di comfort e longevità.

Infine, runner competitivi giustificano investimenti in scarpe specializzate per scopi specifici: daily trainer robuste per volume (140-180€), scarpe da tempo per qualità (160-200€), racing shoes per competizioni (200-280€). Mantenere una corretta rotazione prolunga la vita di ciascun paio di scarpe, riducendo il costo annuale totale. Per super shoes carbon premium, l’investimento è giustificabile solo se compete regolarmente e tecnica/peso permettono benefici completi. Altrimenti, modelli carbon accessibili come Puma Deviate Nitro offrono tecnologia simile a frazione costo.

Prova e valutazione pratica

Dopo aver ristretto le opzioni basandovi su criteri oggettivi, la prova pratica determina il fit finale. Visitate negozi specializzati nel pomeriggio/sera quando i piedi sono leggermente gonfi simulando condizioni di corsa. Portate calzini running che utilizzate abitualmente, poiché anche il loro spessore influenza il fit. Provate sempre entrambi i piedi poiché sono molto comuni le asimmetrie.

Camminate e correte brevemente in negozio su treadmill – se disponibile – o almeno lungo il corridoio. Le sensazioni statiche differiscono infatti da quelle dinamiche che si possono provare durante la corsa.

Se possibile, sfruttate le politiche di reso dei negozi/online che permettono test casalinghi prima di completare l’acquisto. Alcuni specialisti offrono anche programmi “demo” prestando scarpe per uscite test, con un piccolo loro investimento che costruisce un clima di maggiore fiducia nei clienti e garantisce maggiore soddisfazione.

Non affrettate la decisione: scarpe inappropriate causano problemi duraturi, mentre quelle appropriate possono diventano compagne fidate per centinaia di chilometri!

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Immagine di Roberto Rais

Roberto Rais

Copywriter, consulente editoriale ed esperto di digital PR, è appassionato di attività outdoor, sport e corsa. Lavora con il team UltraTrail dalla fondazione del progetto.