Ripetute nella corsa: guida completa per trail runner

ripetute nella corsa
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Le ripetute nella corsa sono centrali nell’allenamento qualitativo per ogni trail runner che voglia spingere i propri limiti oltre la comfort zone. Ma come funzionano?

In primo luogo, quando parliamo di ripetute, non stiamo semplicemente descrivendo una serie di intervalli cronometrati, ma un vero e proprio sistema di sollecitazione fisiologica che trasforma il nostro organismo in una macchina più efficiente. Nel trail running, dove le variabili del terreno e dell’altimetria giocano un ruolo cruciale, le ripetute assumono una dimensione ancora più complessa e affascinante rispetto alla corsa su strada.

Il concetto fondamentale dietro questo tipo di allenamento risiede nella stimolazione del sistema cardiovascolare attraverso stress controllati e ripetuti. Durante ogni frazione veloce, infatti, spingiamo il nostro corpo a lavorare in condizioni di alta intensità, costringendo il cuore a pompare più sangue, i polmoni a processare più ossigeno e i muscoli a utilizzare in modo più efficiente le riserve energetiche. Il recupero tra le ripetute non è un momento di pausa passiva, ma rappresenta il tempo necessario per permettere al sistema di riorganizzarsi e prepararsi alla sollecitazione successiva.

Adattamenti fisiologici e benefici delle ripetute nella corsa

L’allenamento con le ripetute innesca una cascata di adattamenti fisiologici profondi che trasformano la nostra capacità di performance.

Il primo e più evidente cambiamento riguarda l’aumento della gittata cardiaca, ovvero la quantità di sangue che il cuore riesce a pompare ad ogni battito. Ovvero, a parità di frequenza cardiaca, riusciamo a far circolare più ossigeno verso i muscoli attivi, migliorando così l’efficienza del sistema cardiovascolare.

A livello muscolare, poi, le ripetute stimolano l’incremento della densità mitocondriale, quelle piccole centrali energetiche cellulari responsabili della produzione di ATP attraverso il metabolismo aerobico. Più mitocondri significa maggiore capacità di utilizzare l’ossigeno per produrre energia, traducendosi in una migliore resistenza alla fatica durante gli sforzi prolungati tipici del trail running.

Anche il sistema neuromuscolare subisce trasformazioni significative. Le ripetute migliorano la coordinazione intermuscolare e la capacità di reclutamento delle fibre muscolari, permettendo movimenti più economici ed efficienti. Un aspetto particolarmente importante nel trail running, dove la variabilità del terreno richiede continue micro-regolazioni della tecnica di corsa.

Le tipologie di ripetute e i loro scopi

Nel panorama dell’allenamento per il trail running, esistono diverse tipologie di ripetute, ciascuna progettata per stimolare specifici sistemi energetici e adattamenti fisiologici. Le ripetute brevi e intense, con durata compresa tra 30 secondi e 2 minuti, lavorano principalmente sul sistema anaerobico lattacido, migliorando la capacità di sostenere ritmi elevati e la tolleranza all’accumulo di lattato nei muscoli.

Le ripetute di media durata, dai 3 ai 8 minuti, rappresentano il cuore dell’allenamento per la soglia anaerobica, quel punto critico in cui la produzione di lattato inizia a superare la capacità di smaltimento. È un tipo di lavoro fondamentale per innalzare la soglia e permettere di sostenere ritmi più elevati per periodi prolungati.

Infine, le ripetute lunghe, superiori agli 8-10 minuti, si concentrano invece sullo sviluppo della potenza aerobica massima e sulla capacità di mantenere intensità elevate per periodi estesi. Sono particolarmente utili per i trail runner che affrontano gare di lunga distanza, dove la capacità di sostenere un ritmo costante diventa determinante.

Metodi di allenamento più avanzati

L’approccio più sofisticato alle ripetute nel trail running prevede l’integrazione di variabili multiple che simulino le condizioni reali di gara. Non si tratta più di correre semplicemente su una pista di atletica, ma di utilizzare percorsi che includano salite, discese e terreni variabili. La metodologia in questione, definita “ripetute specifiche”, permette di allenare non solo il sistema cardiovascolare, ma anche gli aspetti neuromuscolari specifici del trail running.

Una strategia particolarmente efficace consiste poi nell’utilizzare ripetute in salita progressive, dove ogni frazione viene corsa su pendenze crescenti. Si tratta di un approccio che permette di lavorare simultaneamente sulla potenza muscolare, sulla tecnica di corsa in salita e sulla capacità cardiovascolare, creando adattamenti estremamente specifici per il trail running.

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Ricordiamo poi che l’utilizzo della frequenza cardiaca come guida rappresenta un altro elemento centrale per ottimizzare l’allenamento. Ogni zona di intensità corrisponde a specifici adattamenti fisiologici, e la capacità di mantenere l’intensità target durante le ripetute determina l’efficacia dell’allenamento stesso. Le zone comprese tra l’85% e il 95% della frequenza cardiaca massima sono generalmente le più utilizzate per le ripetute, ma la personalizzazione in base alle caratteristiche individuali rimane fondamentale.

Tabelle di allenamento e calendario delle gare

La programmazione delle ripetute deve seguire una logica di periodizzazione che tenga conto degli obiettivi stagionali e del calendario gare. Durante la fase di costruzione aerobica, tipicamente nei mesi invernali, le ripetute dovrebbero concentrarsi su volumi elevati a intensità moderate, con frazioni lunghe da 5 a 15 minuti al ritmo della soglia anaerobica.

Un esempio di seduta tipica per questa fase potrebbe prevedere un riscaldamento di 20 minuti a ritmo blando, seguito da 4-6 ripetute di 8 minuti al ritmo soglia con recuperi di 2-3 minuti a ritmo lento. Il defaticamento finale di 15 minuti completa la sessione, per un volume totale di allenamento compreso tra 70 e 90 minuti.

Nella fase di affinamento pre-gara, l’attenzione si sposta verso ripetute più specifiche e intense. Una sessione caratteristica potrebbe includere ripetute piramidali: 3 minuti, 5 minuti, 8 minuti, 5 minuti, 3 minuti, con intensità leggermente superiore alla soglia anaerobica e recuperi proporzionali alla durata dello sforzo. Il tipo di lavoro sviluppa la capacità di variare i ritmi durante la gara, un’abilità fondamentale nel trail running.

La gestione del recupero e la prevenzione dagli infortuni

Il successo dell’allenamento con le ripetute dipende in gran parte dalla qualità del recupero tra le sessioni intensive. Il principio della supercompensazione richiede che il corpo abbia il tempo necessario per adattarsi agli stimoli allenanti prima di essere sottoposto a nuovi stress. Generalmente, tra due sedute di ripetute dovrebbero intercorrere almeno 48-72 ore, durante le quali privilegiare corse di recupero a bassa intensità.

L’alimentazione gioca un ruolo cruciale nel processo di recupero. L’integrazione di carboidrati e proteine nelle prime due ore successive all’allenamento favorisce il ripristino delle scorte di glicogeno muscolare e la sintesi proteica necessaria per gli adattamenti muscolari. L’idratazione adeguata, spesso trascurata, rappresenta un elemento fondamentale per mantenere l’efficienza del sistema cardiovascolare e la capacità di termoregolazione.

Il monitoraggio dei segnali corporei diventa essenziale per prevenire il sovrallenamento. Variazioni significative della frequenza cardiaca a riposo, sensazioni di affaticamento persistente, disturbi del sonno o cali immotivati della performance possono indicare un accumulo eccessivo di stress allenante. In questi casi, la riduzione temporanea dell’intensità o l’inserimento di giorni di riposo completo rappresentano strategie preventive efficaci.

Personalizzazione e adattamento individuale

Ogni trail runner presenta caratteristiche fisiologiche e biomeccaniche uniche che richiedono un approccio personalizzato alla programmazione delle ripetute. Fattori come l’età, l’esperienza, la storia infortunistica e gli obiettivi specifici influenzano significativamente la struttura ottimale dell’allenamento. I runner più giovani e con maggiore esperienza possono generalmente tollerare volumi e intensità superiori, mentre atleti master o principianti necessitano di progressioni più graduali.

Ancora, è evidente come la valutazione funzionale periodica rappresenta uno strumento prezioso per ottimizzare l’allenamento. Test come la valutazione della soglia anaerobica attraverso protocolli incrementali permettono di definire con precisione le zone di intensità individuali, rendendo l’allenamento più efficace e sicuro.

L’integrazione di tecnologie moderne come i cardiofrequenzimetri avanzati, i power meter per la corsa e i GPS multisport offre possibilità di monitoraggio sempre più sofisticate: sono strumenti che permettono di quantificare oggettivamente il carico di allenamento e di verificare in tempo reale il raggiungimento delle intensità target durante le ripetute.

L’integrazione con altri elementi dell’allenamento

Le ripetute non esistono in un vuoto allenante, ma devono essere integrate armoniosamente con tutti gli altri componenti della preparazione del trail runner. L’allenamento della forza, spesso sottovalutato, rappresenta un complemento essenziale per massimizzare i benefici delle ripetute. Muscoli più forti e resistenti permettono di mantenere l’efficienza biomeccanica anche durante gli sforzi intensi, riducendo il rischio di infortuni e migliorando l’economia di corsa.

Il lavoro tecnico sui terreni specifici del trail running deve procedere parallelamente all’allenamento cardiovascolare. La padronanza della tecnica di discesa, della corsa su terreni instabili e della gestione dei passaggi tecnici diventa tanto importante quanto la capacità cardiovascolare pura. Le ripetute possono essere utilizzate anche per affinare questi aspetti tecnici, inserendo frazioni intense su terreni che simulino le condizioni di gara.

La pianificazione a lungo termine deve considerare i cicli di adattamento del corpo umano, alternando fasi di carico intenso a periodi di scarico rigenerativo. La ciclizzazione permette infatti di raggiungere picchi di forma nei momenti cruciali della stagione agonistica, evitando al contempo i rischi del sovrallenamento cronico che potrebbero compromettere la progressione atletica.

Speriamo di aver fornito qualche utile indicazione su questo tema: per saperne di più e se hai delle specifiche richieste, puoi sempre contattarci!

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Immagine di Roberto Rais

Roberto Rais

Copywriter, consulente editoriale ed esperto di digital PR, è appassionato di attività outdoor, sport e corsa. Lavora con il team UltraTrail dalla fondazione del progetto.