Come abbiamo già ricordato in un altro nostro approfondimento, la pronazione è il naturale movimento di rotazione interna del piede durante l’appoggio che aiuta ad assorbire l’impatto con il terreno.
Quando questo movimento risulta eccessivo (iperpronazione), il piede ruota troppo verso l’interno, creando potenziali stress su caviglie, ginocchia e anche. Comprendere la differenza tra pronatore e supinatore è dunque fondamentale per scegliere le migliori scarpe da running, ovvero quelle più adatte alla propria biomeccanica.
I runner pronatori necessitano infatti di calzature con caratteristiche specifiche che limitino la rotazione eccessiva senza compromettere la fluidità della corsa, proteggendo le articolazioni e migliorando l’efficienza del movimento.
Ecco alcuni modelli utili che abbiamo selezionato per tutti i nostri lettori.
ASICS Gel Pulse 15
- Tomaia ottimizzata in rete jacquard
- Tecnologia di ammortizzazione AMPLIFOAM
- Tassello del tallone in AHARPLUS
Le ASICS Gel Pulse 15 sono una soluzione eccellente per pronatori grazie alla loro capacità di offrire stabilità superiore pur essendo classificate come neutre. Con 256 grammi, combinano tecnologia FlyteFoam e sistema Gel nel tallone con un talloniere rigido e ampia base di appoggio che garantiscono controllo ottimale del piede.
La caratteristica più interessante è la stabilità che si avvicina molto a quella delle scarpe specifiche per controllo del movimento, limitando efficacemente la rotazione interna eccessiva. Lo stack aumentato di 3,3 mm nel tallone rispetto alla versione precedente migliora la protezione riducendo lo stress articolare.
La tomaia Engineered Mesh offre contenimento preciso nelle zone mediali dove i pronatori necessitano di maggiore supporto. L’eccezionale rapporto qualità-prezzo le rende accessibili a principianti che scoprono la pronazione e necessitano di supporto senza investimenti eccessivi.
Mizuno Wave Rider 28
- Mizuno Enerzy Nxt: Mizuno Enerzy con intersuola in materiale di nuova generazione. Progettato per...
- Mizuno Wave: il plantare Mizuno Wave disperde l’energia dell’impatto a un’area più ampia fornendo...
- Tomaia in rete jacquard.
La Mizuno Wave Rider 28 offre ai pronatori la celebre tecnologia Wave che disperde attivamente gli shock su superficie più ampia, riducendo stress concentrato tipico della pronazione eccessiva. Con 280 grammi e drop di 12mm, favorisce appoggio di tallone controllato ideale per chi presenta iperpronazione.
La piastra Wave in Pebax, peraltro, non si limita ad ammortizzare ma guida il piede attraverso una traiettoria più efficiente limitando la rotazione interna. L’intersuola combina Enerzy NXT nel tallone con Enerzy standard creando sistema progressivo che accompagna la transizione correggendo naturalmente il movimento. La tomaia senza cuciture elimina punti di attrito che potrebbero creare problemi quando il piede ruota eccessivamente.
Con stack di 38,5mm, offre protezione generosa che assorbe impatti aggravati dalla biomeccanica inefficiente. Durabilità 650-800km e versatilità per allenamenti e gare medio-lunghe la rendono compagna affidabile per pronatori di ogni livello.
Mizuno Wave Sky 7
- Brand: Mizuno
- Taglia: 45 EU
- Articolo: J1GC2302-54
La Mizuno Wave Sky 7 è l’opzione massimalista per pronatori che affrontano lunghe distanze. Con 307 grammi e intersuola di 41mm, la doppia schiuma Enerzy (Core superiore, Foam inferiore) con piastra Wave centrale crea un sistema che controlla efficacemente la pronazione su distanze estese.
Il 17% in più di cushioning rispetto ai modelli standard assorbe impatti ripetuti che gravano maggiormente sulle articolazioni sollecitate dalla rotazione eccessiva. La base allargata di 2mm (94mm posteriore, 120mm avampiede) offre una piattaforma stabile che previene il collasso mediale tipico dei pronatori.
Il drop di 8mm favorisce una transizione equilibrata mentre la piastra Wave interviene attivamente limitando un movimento indesiderato. La tomaia Smooth Stretch offre un buon contenimento nell’arco plantare dove i pronatori necessitano maggiore supporto. Ideale per runner 70-85kg con pronazione moderata-severa che percorrono maratone e ultramaratone.
Nike Vomero 18
Le Nike Vomero 18 offrono ai pronatori un’ammortizzazione estrema con stabilità integrata. Con 325 grammi e intersuola di 46mm, la combinazione ZoomX/ReactX crea un sistema strutturato e non cedevole, fondamentale per chi ha la pronazione eccessiva e rischierebbe l’instabilità con schiume troppo morbide.
L’intersuola allargata e svasata aumenta base di appoggio prevenendo il collasso mediale che caratterizza l’iperpronazione. Il talloniere strutturato mantiene il piede in posizione evitando rotazioni eccessive durante l’impatto iniziale. Con drop di 10mm e profilo rocker, facilitano una transizione controllata riducendo la fase di pronazione eccessiva.
La tomaia in mesh elasticizzato con sistema di allacciatura a cavo distribuisce la tensione uniformemente fornendo del contenimento dove necessario. Ideali per pronatori pesanti (oltre 80kg) che preparano maratone, offrono protezione che mantiene gambe fresche anche quando la tecnica si deteriora con la fatica. La durabilità eccellente garantisce un supporto costante per centinaia di chilometri.
Brooks Hyperion Max
- Ammortizzazione veloce
- Transizioni rapide
- Protezione dagli impatti
Le Brooks Hyperion Max offrono ai pronatori una combinazione molto interessante di supporto e reattività. La pianta larga naturale del modello distribuisce uniformemente il carico riducendo stress concentrato sul lato mediale tipico della pronazione. Con 273 grammi nella v2, la DNA Flash con piastra SpeedBoard in Pebax crea dunque un sistema che guida il piede attraverso transizione efficiente limitando rotazione eccessiva.
L’intaglio dell’intersuola al tallone riduce il drop percepito incoraggiando appoggio più anteriore che abbassa l’intensità della fase di pronazione. La “solida morbidezza” offre un supporto deciso nelle zone mediali mantenendo una flessibilità appropriata.
Il sistema Rapid Roll facilita la transizione rapida dalla fase di impatto a quella di spinta, minimizzando il tempo disponibile per la pronazione più eccessiva. Sono ideali per pronatori leggeri (fino 80kg) con buona tecnica che cercano velocità senza rinunciare a protezione, ritmi 3’50”-4’30″/km.
Mizuno Wave Prodigy 5
Le Mizuno Wave Prodigy 5 sono un’opzione molto accessibile per pronatori principianti. Con 295 grammi e piastra Wave in Pebax, offrono un controllo della pronazione testato senza risultare rigide o pesanti. L’intersuola multi-compound combina la piastra Wave con la mescola U4icX creando un sistema che limita rotazione interna mantenendo fluidità.
Gli inserti TPU laterali garantiscono stabilità, compensando la ridotta capacità di controllo laterale tipica dei pronatori. Il drop di 9mm favorisce una transizione graduale ideale per chi scopre l’iperpronazione e deve adattarsi a scarpe che garantiscono maggiore sostegno. La tomaia jacquard mesh monopezzo elimina le cuciture che potrebbero creare attriti quando il piede ruota eccessivamente. La suola X10 con inserti strategici distribuisce invece uniformemente carico anche quando l’appoggio non è ottimale.
Rapporto qualità-prezzo interessante per entry-level che necessitano supporto senza spendere cifre eccessive, scoprendo come scarpe appropriate migliorino comfort ed efficienza.
Hoka Mach 6
- Tomaia in creel jacquard
- Esile elemento in schiuma sul collarino
- Doppio soffietto interno
Le Hoka Mach 6 offrono ai pronatori leggeri una piattaforma stabile senza il supporto mediale tradizionale. Con 232 grammi e l’intersuola EVA Supercritical, la base naturalmente ampia di Hoka distribuisce il carico riducendo la tendenza al collasso mediale. Il MetaRocker facilita la transizione minimizzando il tempo in cui il piede può pronare eccessivamente.
Lo stack di 37 mm con drop di 5 mm incoraggia un appoggio più anteriore, per una strategia sicuramente efficace per quei pronatori che hanno una tecnica discreta e che vogliono ridurre la dipendenza dal supporto mediale. La copertura quasi totale in gomma crea una piattaforma stabile che conduce il piede senza rinforzi mediali espliciti. Durabilità 600-800 km con versatilità per allenamenti e gare fino alla mezza maratona.
Ideali per pronatori fino a 75 kg con iperpronazione lieve-moderata che cercano transizione verso scarpe più naturali senza sacrificare completamente il supporto.
Vediamo ora quali sono le principali caratteristiche di questa tipologia di scarpe.
Supporto mediale strutturale
Il supporto mediale è forse la caratteristica più riconoscibile delle scarpe per pronatori. La tecnologia in questione utilizza infatti materiali a doppia densità nell’intersuola, con zone più rigide e dense posizionate sul lato interno del piede che contrastano attivamente la rotazione eccessiva verso l’interno. I materiali ad alta densità, spesso visivamente identificabili per colore diverso o texture differente, resistono alla compressione rallentando e limitando il movimento di pronazione.
Il supporto mediale non deve essere confuso con una rigidità generalizzata: le migliori scarpe per pronatori intervengono selettivamente solo dove necessario, mantenendo la fluidità nella transizione del passo. La posizione del supporto varia strategicamente lungo l’arco plantare, concentrandosi tipicamente nella zona del mesopiede dove la pronazione è più pronunciata.
L’intensità del supporto determina la classificazione: le scarpe stability offrono controllo moderato adatto alla maggior parte dei pronatori, mentre le motion control rappresentano la soluzione più strutturata per iperpronazione severa o peso corporeo elevato. Il supporto mediale deve integrarsi armoniosamente con il resto dell’intersuola evitando transizioni brusche che potrebbero creare discomfort o interferire negativamente con la biomeccanica naturale.
Talloniere rigido e contenitivo
Il talloniere assume importanza centrale nelle scarpe per pronatori: la rotazione eccessiva inizia tipicamente durante la fase di impatto al suolo.
Ecco dunque che un contrafforte rigido posizionato nella zona posteriore della scarpa mantiene il tallone centrato e stabile, prevenendo movimenti laterali indesiderati che innescherebbero la catena di pronazione eccessiva. I materiali utilizzati per i tallonieri includono plastiche termoformate, rinforzi in TPU o costruzioni composite che offrono rigidità senza aggiungere peso eccessivo. La forma ergonomica del talloniere deve avvolgere anatomicamente la parte posteriore del piede fornendo contenimento sicuro senza creare punti di pressione dolorosi.
L’altezza del talloniere influenza il grado di controllo: modelli più alti offrono maggiore supporto laterale ma possono limitare la libertà di movimento della caviglia. Il padding interno del talloniere deve invece essere generoso per comfort ma non cedevole, mantenendo struttura che guida fermamente il piede.
L’integrazione tra talloniere e supporto mediale crea un sistema coordinato che controlla il movimento dall’impatto iniziale attraverso tutta la fase di appoggio, fondamentale per correggere efficacemente la pronazione eccessiva.
Base di appoggio ampliata
Una base di appoggio più ampia è una strategia efficace per controllare la pronazione attraverso la geometria, piuttosto che con i soli materiali. L’allargamento della suola, particolarmente nella zona mediale, aumenta la superficie di contatto con il terreno migliorando la stabilità intrinseca e riducendo la tendenza del piede a collassare verso l’interno. La base ampliata distribuisce il carico su area maggiore diminuendo la pressione concentrata sul lato mediale che caratterizza l’appoggio dei pronatori.
La forma della base deve bilanciare stabilità con fluidità: troppo ampia renderebbe la corsa goffa, insufficiente non fornirebbe beneficio apprezzabile. Le migliori scarpe per pronatori combinano base ampliata con geometria che guida naturalmente il piede attraverso transizione efficiente. L’allargamento strategico si concentra nelle zone critiche dove la pronazione è più pronunciata, tipicamente dal tallone al mesopiede, mentre l’avampiede mantiene proporzioni più naturali permettendo una spinta efficace.
La piattaforma stabile creata dalla base ampliata fornisce una fondazione sicura che riduce l’instabilità percepita dai pronatori, aumentando la confidenza e permettendo una falcata più rilassata ed efficiente che paradossalmente può ridurre ulteriormente la tendenza a pronare eccessivamente.
Guide rail e sistemi di correzione progressiva
Le tecnologie moderne per pronatori non si limitano però al supporto mediale tradizionale, ma introducono sistemi di correzione progressiva come guide rail e strutture dinamiche, elementi posizionati strategicamente lungo i lati dell’intersuola, che intervengono solo quando il movimento del piede supera range fisiologico, offrendo libertà nei movimenti normali ma correzione quando necessario.
In particolare, le guide rail sono strutture laterali rialzate che guidano dolcemente il piede verso allineamento corretto senza forzature brusche. A differenza del supporto mediale statico, questi sistemi dinamici si adattano all’intensità della pronazione fornendo correzione proporzionale al bisogno. La filosofia è permettere movimento naturale del piede intervenendo solo per prevenire eccessi dannosi.
Alcuni brand utilizzano geometrie dell’intersuola studiate per creare instabilità controllata che attiva muscoli stabilizzatori, rafforzando naturalmente la capacità del corpo di controllare la pronazione. Tecnologie che sono un’evoluzione rispetto al semplice supporto passivo, coinvolgendo attivamente il sistema neuromuscolare nel controllo del movimento. L’efficacia varia individualmente: alcuni pronatori rispondono meglio a correzione passiva tradizionale, altri beneficiano maggiormente da sistemi dinamici che educano gradualmente il corpo a movimenti più efficienti.
Drop e stack appropriati
Il drop (differenza di altezza tallone-avampiede) e lo stack (altezza totale intersuola) influenzano significativamente come la pronazione si manifesta durante la corsa. Drop elevati (10-12 mm) favoriscono l’atterraggio di tallone tipico dei pronatori, ma prolungano anche la fase in cui il piede può pronare eccessivamente. Drop ridotti (4-8mm) incoraggiano appoggio più anteriore che abbrevia la durata della pronazione, strategia efficace per chi ha iperpronazione lieve-moderata e tecnica discreta.
Lo stack determina invece quanto il piede è distante dal suolo: stack elevati offrono un’ammortizzazione generosa che protegge le articolazioni sollecitate da una biomeccanica inefficiente, ma aumentano anche la leva e la potenziale instabilità. Stack ridotti forniscono maggiore stabilità intrinseca e controllo propriocettivo, ma offrono meno protezione da impatti.
Per pronatori, la combinazione ideale tipicamente include drop moderato-alto (8-12mm) che facilita la transizione naturale senza prolungare eccessivamente la fase di pronazione, abbinato a stack medio-alto (30-40mm) che bilancia la protezione con la stabilità.
La scelta deve considerare peso corporeo, intensità della pronazione, esperienza e adattamenti muscolari individuali. Transizioni troppo rapide verso drop o stack significativamente diversi possono sovraccaricare strutture non preparate, richiedendo progressione graduale per permettere adattamento sicuro.
I materiali usati per la tomaia di contenimento
La tomaia nelle scarpe per pronatori deve bilanciare contenimento strutturale con comfort e traspirabilità. I materiali nella zona mediale sono spesso rinforzati con sovrapposizioni termosaldate o cucite che prevengono eccessiva estensione del tessuto quando il piede ruota internamente.
I rinforzi mantengono il piede in posizione corretta all’interno della scarpa evitando slittamenti che aggraverebbero la pronazione. Il sistema di allacciatura assume importanza particolare: occhielli posizionati asimmetricamente o in numero maggiore sul lato mediale permettono di stringere selettivamente dove serve maggiore contenimento.
Alcune scarpe utilizzano lacing loops integrati nella struttura mediale che tirano direttamente sui rinforzi quando i lacci sono stretti, creando contenimento attivo. La linguetta deve essere sufficientemente strutturata da distribuire pressione uniformemente quando la scarpa è stretta fermamente, necessario per contenere il piede che tende a muoversi eccessivamente.
Il colletto posteriore lavora in sinergia con il talloniere mantenendo la caviglia allineata e limitando movimenti laterali. La costruzione complessiva cerca equilibrio tra flessibilità che permette movimento naturale e struttura che previene movimenti eccessivi, sfida progettuale che distingue scarpe per pronatori di qualità da soluzioni inadeguate.
Durabilità nelle zone ad alto stress
I pronatori consumano le scarpe asimmetricamente, con usura concentrata sul lato mediale e nella zona del tallone dove l’impatto e la rotazione sono più pronunciati. Le scarpe progettate per pronatori utilizzano mescole di gomma più resistenti proprio in queste zone critiche, garantendo durabilità adeguata nonostante lo stress asimmetrico.
La gomma AHAR, X10 o compound equivalenti ad alta resistenza all’abrasione vengono posizionati strategicamente dove il contatto con il suolo è più intenso e prolungato. L’intersuola deve mantenere proprietà strutturali anche dopo centinaia di chilometri, particolare sfida nelle zone mediali dove il supporto a doppia densità subisce compressione ripetuta.
La compressione asimmetrica dell’intersuola può alterare progressivamente la geometria della scarpa riducendo l’efficacia del supporto mediale: materiali di qualità mantengono forma e funzione più a lungo. Il monitoraggio dell’usura è particolarmente importante per i pronatori poiché la perdita di supporto strutturale può avvenire internamente prima di essere visibile esternamente, manifestandosi con ritorno di dolori articolari o cambio nelle sensazioni di corsa. La sostituzione tempestiva delle scarpe, tipicamente tra 500 e 700 chilometri per pronatori che stressano maggiormente le strutture, previene infortuni da sovraccarico causati da supporto inadeguato.